Pagina:Monsignor Celestino Cavedoni.djvu/29

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Cosi il Cavedoni come Archeologo giungeva ad occupare un seggio insigne presso quei somnoi che si appellano Visconti e Borghesi: presso quel Visconti che la superba Albione chiamava a giudice supremo dei capolavori dell’arte greca trasportati a Londra, e presso quel Borghesi che, fatto romito della roccia di S. Marino, venne rassomigliato al dottissimo dei Padri Latini che dalla rupe di Betlemme rispose per quarant’anni alle consultazioni dell’oriente e dell’occidente1. Il Cavedoni pur esso soleva essere consultato dai più sapienti d’Europa, e la prontezza e facilità con cui scioglieva le più ardue questioni, toglieva di mezzo i dubbi, appagava le fatte dimande, accresceva lo stupore prodotto dai mirabili responsi 2.

Ma l’Archeologo fu Professore eziandio, e sostenne una parte importantissima d’insegnamento ne’ sacri studj, e debbe crescere l’ammirazione per quel vasto intelletto, ove si consideri quanto ei fosse versato nella biblica letteratura, nei padri greci e latini, in ogni ramo insomma di sacra erudizione. Perciò il suo ritratto non riuscirebbe né pieno né splendido abbastanza, se dopo aver favellato dell’Archeologo, non si favellasse eziandio del Professore d’Ermeneutica biblica e lingua ebraica, il quale non diede, è vero, in luce il corso ordinario delle sue lezioni, ma si palesò insigne coi moltissimi saggi dati, guardandone il valore sotto l’aspetto strettamente scientifico.

Gli studi orientali sono il subjetto più squisito della moderna poligrafia, perchè dall’Oriente, archivio delle più vetuste tradizioni, semenzajo inesausto d’idee e di memorie, sempre spuntò la luce dell’occidente. Di quegli studi è parte essenzialissima la Bibbia, che non è il libro soltanto di chi vive nei recessi del santuario, o nella cella dell’anacoreta; essa attrasse in ogni

  1. [p. 43 modifica]Ernesto Desjardins. Moniteur Universel de l’Empire Français, 34 Mars 1860.
  2. [p. 44 modifica]L’archeologo francese Enrico Coen, nella lettera che abbiamo citato più sopra, dice del Cavedoni: « On est forcé de s’incliner devant ce jugement si sûr, devant cette profonde érudition,... Je n’ai jamais été si heureux pour voir le célèbre antiquaire que nous regrettons,... mais j’ai eu l’honneur de correspondre avec lui non seulement lorsque je lui faisais parvenir les volumes de mes deux ouvrages sur la numismatique romaine, mais toutes le fois que je trouvais quelque difficulté dont je désirais avoir la solution. Ses réponses, d’une briéveté extrème, pour ne pas dire un peu sèches, renfermaient autant d’éclaircissements que de mots; et ce qui me mettait dans l’admiration, c’est que souvent il répondait à trois ou quatre de mes questions le plus disparates par retour de courier, preuve que la science de l’antiquité toute entière etait renfermée dans sa tête. »
    Quanta poi fosse la stima in cui tutti i dotti tenevano le sue risposte, apparisce ampiamente dalla sua vasta corrispondenza, che ora trovasi in possesso della nostra Biblioteca, ed è distribuita in parecchi volumi.