Pagina:Nicarete ovvero La festa degli Alòi.djvu/33

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Nicarete.

(ironica)

E tu, s’intende, avresti fatto il medesimo. Gli è, vedi, ch’io avevo poca voglia di appiccarmi... Comprendo, me ne saresti stato riconoscente, mi avresti eretto la statua... che vuoi?... mi sentivo giovane, e la parte di vita che la Parca mi assegnò mi pareva di non averla goduta ancora.

Protomaco.

(irritato della di lei calma, ironico)

Meno male... ti rivali adesso...

Nicarete.

Ah sì! Tucrito è tanto buono!... Ma tu parli con un certo accento... Io che dovrei serbare il broncio teco non lo serbo... e tu...

Protomaco.

(a denti stretti)

Io... taccio... per non ricordare...

Nicarete.

(repentinamente con dignità e fierezza drizzando il capo)

Che cosa?

Protomaco.

(più non istando alle mosse, con ira mal repressa)

Chiederò a te che cosa facevi dei doni furtivi di Nicarco!... questo no, non si dimentica... impudica!