Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/11

Da Wikisource.

11

sociali per casato ricchezza ed ingegno, sino alle classi meno colte e fortunate, ha dimostrato e dimostra francamente e lealmente quanto, senza nulla togliere ai principii religiosi ed alla venerazione dovuta al capo della Chiesa, avversi disdegni e ripudii l’umiliante signoria. Ma ora mercè delle complicazioni nate dal patto di Villafranca ne è fatta partecipe tutta Europa.

I tempi volgono benigni, e le misure violenti destano raccapriccio e rivoltano l’opinione pubblica in tal guisa da rendere alquanto guardinghi coloro, cui non ripugnerebbe di farvi feroce appello. Nulla può più restare a lungo segreto, talchè i fautori dell’assolutismo e del diritto divino ne restano sgominati e subiscono prima o poi gli effetti della moderna civiltà. Essi però, non illudiamoci, per opporsi sino all’estremo all’irrompente fiumana del progresso, hanno cangiato strategìa e dove le molle dell’assolutismo non si prestano più all’usato ufficio, si valgono della libertà stessa che è a loro come a tutti concessa, contro la libertà con accorgimento e destrezza non comune; fiduciosi che quanto di ignoranza e di pregiudizii esiste tuttavia nelle masse, valga a far loro sgabello per risalire all’antico predominio. Perciò bene diceva Platone «essere l’ignoranza per quelli che non intendono, un egual male che la cecità per quelli che non veggono.» Se in politica le Camere Stellate, il Consiglio dei Dieci ed i Tribunali Veemici hanno finito di servire nelle tenebre con azione occulta pertinace e costante le prepotenze dei regnanti e la ferocia dei partiti; in religione, quale stromento di politica, non evvi più del Santo Uffizio che la smunta odiata ed innocua larva. I sodalizii più spietati fecero il loro tempo e le scomuniche que-