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spirito di partito e di sistematica opposizione che accieca presso vicine Nazioni uomini anche colti e civili, e dei pregiudizi di casta, di religione e di razza; non isdegnano perfino di far comunella con uomini che altra volta essi detestavano come miscredenti, rivoluzionarii ed infidi.

La natura umana è veramente un mistero, e colui stesso in cui si svolge, cade sovente vittima di morali mistificazioni di cui difficilmente si saprebbe dar ragione, attuando esplicazioni di una volontà che è in lui, e non è la sua!

Come spiegare altrimenti fra gli altri il prodigio dei neo-papisti Vuillemin e Guizot? Il primo rinnega di un tratto le sue più brillanti lezioni di letteratura e di storia francese; quanto al secondo, vorrei chiedergli come adonesta i nuovi amori, col seguente severo giudizio uscito altra volta dalla sua penna: «Quand la question des garanties politiques s’est posée entre le pouvoir et la liberté, quand il s’est agi d’établir un système d’institutions permanents, qui unissent véritablement la liberté à l’abri des invasions du pouvoir, en général l’église s’est rangée du côté du despotisme!1.

Ora è questione in Italia non solo di libertà, ma d’indipendenza nazionale, al cui sacro appello le fibre dell’ultimo fra i Francesi, fra gl’Inglesi, fra i Spagnuoli, fra i Tedeschi si scuoterebbero irritate se venisse fra di essi minacciata. Or bene! Il Papa come re italiano si è egli posto nel campo di Vittorio Emmanuele strenuo difensore dell’indipendenza nazionale, o piuttosto

  1. Guizot, de la civilisation en Europe, 6e leçon.
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