Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/29

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e salutare di coda con più vigoria di prima, gl’incauti animali della foresta.

Ora quell’immensa potenza che racchiude l’elemento della più grande nazionalità che siavi in Europa, è tutta intenta alle riforme sociali, figurando di non curare quasi affatto quello che accade intorno a Lei fra gli altri popoli d’Europa. Ma verrà tempo e tempo non lontano che quella Nazione dotata di giovanile vigore e di costanza non comune, e che ha l’arte di progredire a passi di gigante, assimilandosi con somma ed intelligente prestezza tutti i portati della civiltà più avanzata, peserà fortemente sui destini di Europa.

Non so vedere perciò quanto interesse codesta potenza possa avere all’indipendenza ed all’unità d’Italia, quantunque per rispetto ai principii di progresso e di civiltà che formano ora la sua incipiente divisa, non l’osteggi nè possa osteggiarla apertamente. Le sue aspirazioni sono bensì tutte rivolte con ambiziosa ansietà verso il Bosforo, ma ha d’uopo per raggiungere il suo intento dell’antagonismo fra le razze latine e fra le anglosassone, ha d’uopo che gl’Italiani ed i Tedeschi sieno per lo meno nella stessa loro intima vita nazionale divisi, deboli, e relativamente imbelli. Dessa poi ha ancora dei punti di contatto ragguardevoli nell’ordine delle idee, e nell’ordine dei fatti colle tendenze dell’Austria, locchè io scriveva pure due mesi prima che un’aurora boreale venisse a farci travedere quanto è in germe nelle intenzioni dei Romanof, circa le complicazioni che agitano oggidì l’Europa.

Nell’ordine delle idee va posta la fonte comune a cui attingono ambi gli imperi il principio dei loro