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prologo. 31

Tiziano. Bruciate le vanità come il Savonarola e laudate con cembali bene sonanti chi mise le brache ai dannati di Michelangelo e la camicia di rame alla Giustizia del sepolcro di Paolo III. Anche qui il Nettuno di Giambologna fa pompa della sua virilità in piazza; perchè non gli mettete almeno le mutandine che la Questura prescrive ai bagnanti? Un cardinale logico lo fece, ma voi proibite alle ragazze la Fernanda del Sardou e le conducete a prendere il fresco all’ombra della virilità del Nettuno! No, Filistei carissimi, Michelangelo, Tiziano, Guglielmo della Porta, Giambologna, non corruppero nessuno e, fatte le dovute proporzioni, non corrompiamo nessuno nemmeno noi. La corruzione non nasce dalle nostre nudità, ma dalla vostra ignoranza.

Ci son delle ragazze a questo mondo: debbo riconoscere questa dolorosa verità. Ma perchè ci sono, si dovrà scrivere soltanto per loro e soltanto in modo che nel leggerci non si sentano l’acquolina in bocca? È pretender troppo.