Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/148

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libro quinto 133

Contra lor sollevò. Tutti periro
Di quest'uomo i compagni; ed ei dal vento145
Venne, e dal fiotto ai lidi tuoi portato.
Or tu costui congederai di botto:
Chè non morir dalla sua terra lunge,
Ma la patria bensì, gli amici, e l'alto
Riveder suo palagio, è a lui destino.150
     Inorridì Calipso, e, con alate
Parole rispondendo, Ah, Numi ingiusti,
Sclamò, che invidia non più intesa è questa,
Che se una Dea con maritale amplesso
Si congiunge a un mortal, voi nol soffrite?155
Quando la tinta di rosato Aurora
Orïone rapì, voi, Dei, cui vita
Facile scorre, acre livor mordea,
Finchè in Ortigia il rintracciò la casta
Dal seggio aureo Diana, e d'improvvisa160
Morte il colpì con invisibil dardo.
E allor che venne innanellata il crine
Cerere a Giasïon tutta amorosa,
E nel maggese, che il pesante aratro
Tre volte aperto avea, se gli concesse,165
Giove, cui l'opra non fu ignota, uccise
Giasïon con la folgore affocata.
Così voi, Dei, con invid'occhio al fianco