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202 odissea

Il poeta eccitavano, che apria
Nuovamente le labbra; e nuovamente120
Coprirsi il volto, e lagrimare Ulisse.
Così, gocciando lagrime, da tutti
Celossi. Alcinoo sol di lui s’avvide,
E l’adocchiò, sedendogli da presso,
Oltre che forte sospirare udillo;125
E, più non aspettando, Udite, disse,
Della Feacia Condottieri, e Prenci.
Già del comun convito, e dell’amica
De’ conviti solenni arguta cetra,
Godemmo. Usciamo, e ne’ diversi giuochi130
Proviamci, perchè l’ospite, com’aggia
Rimesso il piè nelle paterne case,
Narri agli amici, che l’udranno attenti,
Quanto al cesto, e alla lotta, e al salto, e al corso,
Cede a noi, vaglia il vero, ogni altra gente.135
     Disse, ed entrò in cammino; e i Prenci insieme
Seguianlo. Ma l’araldo, alla caviglia
Riappiccata la sonante cetra,
Prese il cantor per mano, e fuor del tetto
Menollo: indi guidavalo per quella140
Strada, in cui posto erasi Alcinoo, e i Capi.
Movean questi veloce al Foro il piede,
E gente innumerabile ad un corpo