Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/304

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libro decimo 289

Vérsavi, a onor de’ trapassati, intorno,
E di bianche farine il tutto aspergi.645
Poi degli estinti prega i frali, e vôti
Capi, e prometti lor, che nel tuo tetto,
Entrato con la nave in porto appena,
Vacca infeconda, dell’armento fiore,
Lor sagrificherai, di doni il rogo650
Riempiendo; e che al sol Tiresia, e a parte,
Immolerai nerissimo arïete,
Che della greggia tua pasca il più bello.
Compiute ai Mani le preghiere, uccidi
Pecora bruna, ed un monton, che all’Orco655
Volgan la fronte: ma converso tieni
Del fiume alla corrente in quella il viso.
Molte Ombre accorreranno. A’ tuoi compagni
Le già sgozzate vittime, e scojate
Mettere allor sovra la fiamma, e ai Numi,660
Al prepotente Pluto, e alla tremenda
Proserpina drizzar voti comanda.
E tu col brando sguainato siedi,
Nè consentir, che anzi, che parli al vate,
I Mani al sangue accostinsi. Repente665
Il profeta verrà, Duce di genti,
Che sul vïaggio tuo, sul tuo ritorno
Pel mar pescoso alle natie contrade