Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/316

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libro undecimo 301

Pascon del Sol, che tutto vede, ed ode,
I nitidi montoni, e i buoi lucenti.145
Se pasceranno illesi, e a voi non caglia,
Che della patria, il rivederla dato,
Benchè a stento, vi fia. Ma dove osiate
Lana, o corno toccargli, eccidio a’ tuoi,
E alla nave io predico, ed a te stesso.150
E ancor che morte tu schivassi, tardo
Fora, ed infausto, e senza un sol compagno,
E su nave straniera, il tuo ritorno.
Mali oltra ciò t’aspetteranno a casa:
Protervo stuol di giovani orgogliosi,155
Che ti spolpa, ti mangia; e alla divina
Moglie con doni aspira. È ver, che a lungo
Non rimarrai senza vendetta. Uccisi
Dunque o per frode, o alla più chiara luce,
Nel tuo palagio i temerarj amanti,160
Prendi un ben fatto remo, e in via ti metti:
Nè rattenere il piè, che ad una nuova
Gente non sii, che non conosce il mare,
Nè cosperse di sal vivande gusta,
Nè delle navi dalle rosse guance,165
O de’ politi remi, ali di nave,
Notizia vanta. Un manifesto segno
D’esser nella contrada io ti prometto.