Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/374

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Vulcano. Doni, che si fanno ad Ulisse. Questi ad un secondo convito sente ricordare dallo stesso cantore il gran cavallo di legno, e la caduta di Troja; e si lascia di nuovo cadere il pianto dagli occhi. Alcinoo allora il sollecita a manifestarsi, a dire il suo nome, e a raccontare le sue avventure.

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Lib. IX. Ulisse incomincia il racconto delle avventure sue dopo la sua partenza di Troja. Battaglia co’ Ciconi, che avean soccorso i Trojani. Arrivo al paese de’ Lotofagi, o sia mangiatori del loto. Descrizione d’una singolare isoletta, e della spelonca del Ciclope Polifemo. Questi gli divora sei de’ compagni; ed egli, dopo averlo acciecato, si salva con gli altri, mediante uno stratagemma nuovo, che seppe inventare.

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Lib. X. Ulisse giunge all’isola Eolia. Eolo gli fa il dono d’un otre, in cui tutti i venti, non compresovi zefiro, son rinchiusi. I compagni sciolgono l’otre; e i venti ne scappano, e riportano Ulisse ad Eolo, che il discaccia da sè. Passa alla città de’ Lestrigoni, popolo anche questo antropofago, e perde la più parte de’ compagni, e le navi, eccetto una, con la quale arriva all’isola di Circe. Costei gli trasforma in porci la metà de’ compagni, salvo uno, che viene a darne la nuova. Ulisse con l’erba Moli, che Mercurio gli diede, scioglie l’incanto. Stato un anno con Circe, questa il consiglia d’ire alla casa di Plutone;