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154 odissea

Delle nozze il desire in ogni petto.
Ella queste a Telemaco parole:270
Figlio, io te più non riconosco. Sensi
Nutrivi in mente più maturi e scorti
Nella tua fanciullezza; ed or, che grande
Ti veggio, e in un’età più ferma entrato,
Or, che stranier, che a riguardar si fesse275
La tua statura, e la beltà, te prole
D’uom beato diria, più non dimostri
Giustizia, o senno. Tollerar sì indegno
Trattamento d’un ospite in tua reggia?
Oltraggio sì crudel, che vendicato280
Non siagli, puote a un forestier qui usarsi,
Che su te non ne cada eterno scorno?
     Il prudente Telemaco rispose:
Madre, perchè ti crucci, io non mi sdegno.
Meglio, che pria, ch’io di fanciullo uscissi,285
Le umane cose, il pur mi credi, intendo,
E tra lor non confondo il torto, e il dritto.
Ma tutto oprare, o antiveder, non valgo,
Circondato qual sono, e insidïato
Da fiera gente; e d’assistenti solo.290
Quanto alla lotta tra l’estranio, ed Iro,
Parte i Proci non v’ebbero, e del primo
Fu la vittoria. Ed oh! piacesse al padre