Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/537

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156 odissea

Mali piombaro. Ei, d’imbarcarsi in atto,
Prese la mia con la sua destra, e, Donna,320
Disse, non credo io già, che i forti Achei
Da Troja tutti riederanno illesi:
Poichè sento pugnaci essere i Teucri,
Gran sagittarj, e cavalieri egregi,
Che pel campo agitar sanno i destrieri325
Rapidamente: quel, che in breve il fato
Delle guerre terribili decide.
Quindi, se me ricondurran gli Eterni,
O Troja riterrà morto, o cattivo,
Sposa, io non so. Tu sovra tutto veglia.330
Rispetta il padre mio, la madre onora,
Come oggi, od ancor più, finch’io son lunge.
E allor che del suo pel vedrai vestito
Del figlio il mento, a qual ti fia più in grado,
Lasciando la magion, vanne consorte.335
Tal favellava; ed ecco giunto il tempo.
L’infausta notte apparirà, che dee
Portare a me queste odïose nozze,
A me, cui Giove ogni letizia spense.
Ma ciò la mia tristezza oggi più aggrava,340
Che gli usi antichi non si guardan punto.
Color, che donna illustre, e d’uom possente
Figlia un dì ambiano, e contendean tra loro,