Pagina:Odissea (Pindemonte).djvu/635

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254 odissea

Era, e cercava nel più interno l’arme,
Non visti, e non sentiti; e si piantaro220
Quinci, e quindi alla porta. Ei per la soglia
Passava ratto, in una man portando
Luminosa celata, ed un vetusto
Nell’altra, e largo, e arrugginito scudo,
Che gli omeri gravò del buon Laerte225
Sul primo fior dell’età sua: deposto
Poscia, e dimenticato, e da cui rotte
Le corregge pendevano. Veloci
L’assaltâr, l’abbrancâr, lo strascinaro
Dentro pel ciuffo, e l’atterrâr dolente:230
Indi ambo i piedi gli legaro, ed ambo
Sovra il tergo le man, qual di Laerte
Comandò il figlio; e lui d’una catena
Insolubile cinto in sino all’alte
Travi tirâr lungo una gran colonna.235
E così allor tu il deridesti, Euméo:
Melanzio, or certo vegghierai la notte
Su letto molle, come a te s’addice,
Corcato; nè uscirà dalle correnti
Dell’Oceàn, che tu non la vagheggi,240
L’Aurora in trono d’òr, quando le pingui
Capre alla mensa condurrai de’ Proci.
     Tal fu Melanzio fra legami acerbi