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296 odissea

Giunser, dove soggiorno han degli estinti
Le aeree forme, e i simulacri ignudi.20
     L’alma trovaro del Peliade Achille,
Di Patroclo, d’Antiloco e d’Ajace,
Che i Danai tutti, salvo il gran Pelíde,
Di corpo superava, e di sembiante.
Corona fean di Peleo al figlio; ed ecco25
Dolente presentarsegli lo spirto
Dell’Atride Agamennone, cui tutti
Seguian coloro, che d’Egisto un giorno
Nella casa infedel con lui periro.
Primo gli volse le parole Achille:30
Noi credevamti sovra tutti, Atride
Della Grecia gli eroi diletto al vago
Del fulmin Giove, poichè a molta, e forte
Gente imperavi sotto l’alte mura
Di Troja, lungo degli Achivi affanno.35
Pur te assalir dovea, primo tra quelli,
Che ritornaro, la severa Parca,
Da cui scampar non lice ad uom, che nacque.
Che non moristi almeno in quell’eccelso
Grado, di cui godevi, ad Ilio innanzi?40
Qual tomba i Greci, che al tuo figlio ancora
Somma gloria saria ne’ dì futuri,
Non t’avriano innalzata? Oh miseranda