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298 odissea

Precipitosi avrian le ratte navi,
S’uom non li ritenea la lingua, e il petto70
Pien d’antico saver, Nestor, di cui
Ottimo sempre il consigliar tornava.
Arrestatevi, Argivi, non fuggite,
Disse il profondo del Nelíde senno,
O figli degli Achei: questa è la madre,75
Ch’esce dall’onda con l’equoree Dive,
E al figliuol morto viene. A tai parole
Ciascun ristè. Ti circondaro allora
Del vecchio Nereo le cerulee figlie,
Lúgubri lai mettendo, e a te divine80
Vesti vestiro. Il coro anche plorava
Delle nove sorelle, alternamente
Sciogliendo il canto or l’una, or l’altra; e tale
Il poter fu delle canore Muse,
Che un sol Greco le lagrime non tenne.85
Dieci dì e sette, ed altrettante notti,
Uomini, e Dei ti piangevam del pari:
Ma il giorno, che seguì, ti demmo al foco,
E agnelle di pinguedine fiorite
Sgozzammo, e buoi dalla lunata fronte.90
Tu nelle vesti degli Dei, nel dolce
Mele fosti arso, e nel soave unguento;
E, mentre ardevi, degli Acaichi eroi