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58 odissea

Dir, se in terra, o sul mar, se per nemico
Brando incontrolla, o alle irate onde in grembo.
Eccomi or dunque alle ginocchia tue,120
Perchè tu la mi narri, o vista l’abbi
Con gli occhi proprj, o dalle labbra udita
D’un qualche pellegrin: però che molto
Disventurato il partorì la madre.
Nè timore, o pietà, del palesarmi125
Quanto sai, ti ritenga. Ah! se l’egregio
Mio padre in opra, o in detto unqua ti feo
Bene, o comodo alcun, là ne’ Trojani
Campi, che tinse il vostro sangue, o Greci,
Tel rimembra ora, e non tacermi nulla.130
     Ed il Gerenio cavalier Nestorre:
Tu mi ricordi, amico, i guai, che molti
Noi prole invitta degli Achei patimmo,
O quando erranti per le torbid’onde
Ce ne andavam sovra le navi in traccia135
Di preda, ovunque ci guidasse Achille;
O allor che pugnavam sotto le mura
Della cittade alta di Priamo, dove
Grecia quasi d’eroi spenta rimase.
Là cadde Achille, e il marzïale Ajace,140
Là Patroclo, nel senno ai Dei vicino,
Quell’Antiloco là forte, e gentile,