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LEIDA.


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La campagna tra l’Aja e Leida è come tra Rotterdam e l’Aja, tutta una pianura verdissima, macchiettata dal rosso vivo dei tetti e rigata d’azzurro dai canali, con qua e là gruppi d’alberi, mulini a vento, e armenti sparpagliati ed immobili. Si va innanzi, e par sempre d’essere nel medesimo punto, o di riveder luoghi già mille volte veduti. La campagna è silenziosa, il treno scorre lentamente, quasi senza far rumore; nel vagone nessuno parla; alle stazioni, non si sente una voce; a poco a poco la mente cade in una sorta di assopimento, nel quale si dimentica dove s’è e dove si va. — Eppure si dorme in questo paese! — diceva il Diderot viaggiando in Olanda; e questa esclamazione mi venne più volte sulle labbra in quel breve tragitto, sin che intesi gridar: — Leyden, — e scesi in una stazione solitaria e quieta come un convento.