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LEIDA. 259

bastano ai bisogni. E non è da dirsi che l’Olanda non sia persuasa che una sola università eccellente le gioverebbe assai più che quattro mediocri; chè anzi da molto tempo ella domanda ad alta voce che questo si faccia. E perchè non si fa? O Italiani, consoliamoci: tutto il mondo è paese. Anche in Olanda, la patria propone e il campanile dispone. Le tre città universitarie gridano tutte insieme: Sopprimiamo; — ma ciascuna dice alle altre: Sopprimete; — e così si va innanzi senza sopprimere, continuando a sollecitare la soppressione.

Ma benché decaduta, l’università di Leida è ancora la più fiorente dell’Olanda, in specie per i molti e ricchissimi musei dei quali dispone. Nè di questi però, nè delle biblioteche, nè dell’ammirabile giardino botanico sarebbe decente il discorrere, come solo io potrei fare, di volo. Non posso però dimenticare due cose curiosissime che vidi nel Museo di Storia Naturale: una ridicola e una seria. La prima, che si trova nel gabinetto anatomico (uno dei più ricchi d’Europa), è un’orchestra formata da una cinquantina di scheletri di piccolissimi topi, alcuni in piedi, altri seduti sur una doppia fila di banchi, tutti colla coda ritta, con violini e chitarre fra gli zampini, il libro della musica davanti, sigaro in bocca, fazzoletto, scatole da tabacco; e il capo orchestra che si sbraccia sopra una seggiola elevata. La cosa seria sono alcuni pezzi di legno corroso, bucherellato come la spugna, frammenti di palafitte e di battenti di cateratte, i quali ricor-