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280 HAARLEM.

Benchè per molti aspetti somigli a tutte le altre città olandesi, Haarlem ha un carattere suo proprio, per il quale si stampa assai distintamente nella memoria. È una città gentile e raccolta, nella quale il viaggiatore sente più vivo che in tutte le altre il desiderio d’avere sotto il suo braccio il braccìno d’una sposa o d’un’amica. È una città da donne. Un largo corso d’acqua, chiamato la Spaarne, che serve di canale di scolo tra le acque dell’antico lago d’Haarlem e il golfo di Zuiderzee, l’attraversa dividendosi in parecchi rami, e formandole tutt’intorno un canale che la circonda come una fortezza. I canali interni sono fiancheggiati da grandi alberi che vi formano sopra quasi una vôlta di verzura, in modo che ogni canale pare un laghetto di giardino, e i barconi e le barche scorrono all'ombra coll’aria di andare a diporto piuttosto che per le proprie faccende. Tutte le strade sono ammattonate, e tutte le case del colore dei mattoni, così che a destra, a sinistra, in terra, in alto, da qualunque parte si guardi, non si vede che rosso, e poi rosso, ed eternamente rosso, come se la città fosse stata scavata in una montagna di diaspro sanguigno. Un grandissimo numero di case hanno la facciata con otto, con dieci, e persino con sedici scalini, come quelle chiesuole di carta che fanno i ragazzi colle forbici; e non vi si vedono che pochissimi specchi, rare insegne di botteghe e nessun oggetto appeso alle finestre. Le strade sono pulite