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HAARLEM. 285

che nel 1637 si fece in quella città la vendita pubblica di centoventi tulipani a benefizio della Camera degli orfani, e che questa vendita fruttò cento ottanta mila lire. Poi si cominciò a trafficare sui fiori, e specialmente sui tulipani, come sulle rendite dello Stato e sulle azioni. Si vendevano per somme enormi bulbi che non si possedevano, impegnandosi a provvederli per un giorno determinato; e si trafficava così per un molto maggior numero di tulipani che non ne potesse fornire l’intera Olanda. Si racconta che una sola città olandese ne vendette per venti milioni di lire, e che un negoziante d’Amsterdam guadagnò in questo commercio più di sessantotto mila fiorini nello spazio di quattro mesi. Gli uni vendevano ciò che non avevano, gli altri ciò che non avrebbero mai avuto; il mercato passava di mano in mano; si pagavano le differenze; e i fiori per cui molta gente s’arricchiva o andava in rovina non fiorivano che nella fantasia dei trafficanti. Infine la cosa giunse a segno che, molti compratori rifiutando di pagare le somme convenute, e seguendone contestazioni e disordini, il Governo decretò che questi debiti fossero considerati come debiti ordinarii, e fatti pagare per via di legge; e allora i prezzi scemarono improvvisamente sino a cinquanta fiorini per il Semper Augustus, e il traffico scandaloso cessò. Ora quella dei fiori non è più una manìa; ma un culto amoroso, del quale la città di Haarlem è il principal tempio. Essa provvede ancora di fiori una gran parte dell’Europa e dell’America settentrionale. La città è