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312 AMSTERDAM.

tutte le forme; e questa frotta disordinata, tumultuosa e luccicante si stacca dal fondo oscuro del quadro, e s’avanza verso chi guarda. I due primi personaggi sono Frans Banning Cock, signore di Purmerland e di Ilpendam, capitano della compagnia, e il suo luogotenente Willem van Ruijtenberg, signore di Vlaardingen, che camminano l’uno accanto all’altro. Le due sole figure in piena luce sono questo luogotenente, vestito di una casacca di bufalo, con ornamenti d’oro, ciarpa, gorgiera, pennacchio bianco e grandi stivali; e una bambina che gli vien dietro, colla capigliatura bionda e imperlata, e una veste di raso giallo; tutti gli altri personaggi sono nell’oscurità o nell’ombra, eccettuate le teste che son tutte illuminate. Da che luce? Ecco l’enigma. È la luce del sole? è quella della luna? è quella delle fiaccole? Lumeggiamenti d’oro e d’argento, riflessi lunari, chiarori infocati, personaggi, come la bambina dai capelli biondi, che sembrano brillare di luce propria, volti che paiono rischiarati dalle fiamme d’un incendio, scintillamenti che abbarbagliano, ombre, crepuscoli e oscurità di sotterraneo, tutto vi si ritrova armonizzato e contrapposto con un ardimento miracoloso ed un’arte insuperabile. Vi sono delle stonature di luce? delle oscurità gratuite? degli accessori troppo rilevati a danno delle figure? delle figure vaghe o grottesche? delle lacune e delle bizzarrie ingiustificate? Tutto è stato detto intorno a codesto quadro, argomento d’entusiasmo cieco e di censure spietate, levato a cielo come una mera-