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314 AMSTERDAM.

stoviglie, vivande, vini, armi, ornamenti, tutto spicca, splende, inganna, seduce. Le teste, considerate una per una, sono ritratti meravigliosamente riusciti, dai quali un medico potrebbe con tutta sicurezza argomentare il temperamento e prescrivere le cure preventive per la salute di tutti. Delle mani è stato detto argutamente e con ragione che, staccate dai corpi e mescolate tutte insieme, si potrebbero riconoscere e rimettere a ciascuna figura senza pericolo d’ingannarsi, tanto sono finite, distinte, individuate, per così dire, colle persone a cui appartengono. Viso per viso, costume per costume, oggetto per oggetto, più lo si guarda, e più si scoprono particolari, minuzie, tocchi, nonnulla d’un’esattezza e d’una verità da far strabiliare. Di più, quella varietà e quello splendore di colori, la bonomia e la freschezza dei volti, il vestiario pomposo, i mille oggetti luccicanti, danno tutti insieme a quel gran quadro un’aria di festa e di allegria, la quale facendo dimenticare la volgarità del soggetto, si trasfonde in chi guarda, e gli desta un sentimento di simpatia amichevole e di ammirazione serena, che si rivela in un sorriso affabile anche sul volto dei visitatori più accigliati.

Del Rembrandt v’è ancora nel Museo il gran quadro intitolato: I sindaci dei mercanti di panno fatto diciannove anni dopo la Ronda di notte, con minor foga giovanile e meno bizzarria d’immaginazione; ma con tutto il vigore d’un ingegno maturo; e non meno meraviglioso dell’altro per l’effetto del