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UTRECHT. 325

di Utrecht; la ricostrusse di sana pianta un altro vescovo verso la metà del secolo decimoterzo; un uragano le portò via di netto, il primo agosto del 1674, una grande navata, che non fu più ricostruita; la devastarono gl’iconoclasti nel secolo decimosesto; la restituirono al culto cattolico i Francesi nel secolo seguente; vi ristabilirono il culto protestante gli Olandesi dopo l’invasione di Luigi XIV; infine, le statue, gli altari, le croci v’entrarono e ne uscirono, vi furono innalzati e rovesciati, venerati o vilipesi, ad ogni voltare di vento. Era certo anticamente una delle più vaste e più belle chiese dell’Olanda; ora è monca e nuda, e ingombra in gran parte di banchi che le danno l’aspetto d’una camera da deputati. L’uragano del 1674, distruggendo una navata, separò la chiesa dalla sua altissima torre, di sulla quale si vede con un telescopio quasi tutta la provincia d’Olanda, una parte della Gheldria e del Brabante, Rotterdam, Amsterdam, Bois-le-duc, il Leck, il golfo di Zuiderzee; mentre un orologio munito di quarantadue campanelle slancia nell’aria, insieme col suono delle ore, la romanza amorosa del conte d’Almaviva o la preghiera dei lombardi alla prima crociata.

Accanto alla chiesa v’è la celebre Università, fondata nel 1636, la quale dà ancora vita alla città, benchè sia decaduta, come quella di Leida, dalla sua prima altezza. L’Università di Leida ha un carattere particolarmente letterario e scientifico; quella di Utrecht un carattere religioso, ch’essa