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IL ZUIDERZEE. 409

ed essa salì sulla riva. Era una bellissima donna, ignuda nata, e tutta coperta di limo e d’erbe germogliate sulla sua pelle come il musco sulla corteccia degli alberi. Alcuni credono che avesse la coda di pesce; ma un grave cronista olandese che afferma d’aver inteso raccontare il fatto da un testimonio oculare, dice che aveva le gambe come le altre donne. La interrogarono, non capì, e rispose con una voce dolcissima in un linguaggio sconosciuto. La condussero a casa, le raschiarono l’erba di dosso, la vestirono da donna olandese e le insegnarono a filare. Non si sa bene quanto tempo sia rimasta in questo nuovo stato, ma la leggenda dice che quantunque raschiata e vestita, si sentiva trascinata al mare da un istinto prepotente, e che dopo aver tentato invano parecchie volte di ritornare al suo elemento nativo, chè le facevan la guardia con cent’occhi, un giorno finalmente vi riuscì, e nessuno ne ebbe più notizia. Di dov’era venuta? dov’era andata? chi era? Chi lo sa! Il fatto è che sulle coste del Zuiderzee tutti parlano ancora della donna marina di Edam, e che a dire, come qualcuno l’osò, in un crocchio di contadini, che quella donna doveva essere una foca, c’è da buscarsi una presa di impertinente; e trovo che i contadini hanno ragione, perchè non si deve sputar sentenze su ciò che non s’è visto. Edam, ch’era anticamente una città floridissima, di più di venticinquemila abitanti, ha toccato la stessa sorte delle altre città del Zuiderzee, e non è più che un villaggio.