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444 FRISIA.

si possono suonare tutte le arie che si vuole, per mezzo di molle mosse da due tastiere, una delle quali si preme colle mani e l’altra coi piedi. Il suonare in questa maniera richiede una forza e uno sforzo considerevole, poichè alcuni dei tasti vogliono una pressione equivalente al peso di due libbre; eppure, è tale il piacere che i campanari trovano in questa musica, e che suppongono ci trovino anche gli altri, che suonano per ore intere con un vigore e una passione degna veramente di più grata armonia. Io non saprei dire se quel campanaro di Leuwarde suonasse bene; ma son certo che doveva avere dei muscoli erculei e una spaventosa passione per il Rossini. Dopo avermi addormentato col Barbiere, mi svegliò colla Semiramide, poi mi riaddormentò coll’Otello, poi mi fece riaprir gli occhi col Mosè, e così di seguito. Era una gara fra noi due, egli a vibrarmi delle note e io a scagliargli delle maledizioni. Cessammo tutti due insieme a un’ora molto avanzata della notte, e non so, se avessimo fatto il conto, quale dei due sarebbe rimasto creditore. La mattina mi lamentai col cameriere, un olandese flemmatico, a cui credo che nessun rumore del cielo o della terra aveva mai turbato la dolcezza del sonno. “Ma sapete” gli dissi, “che questa vostra musica dei campanili è molto importuna?” — “Come,” mi rispose innocentemente, “non ha osservato che ci sono tutte le ottave coi tuoni e coi semi-tuoni?” — “Proprio?” gli dissi coi denti stretti. “Allora il caso è diverso: scusate.”