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del chiabrera 143

     E di vero oro secolo
     Ricchissimo senz’ôr.
Oro, forte veneno,
     Onde l’anima assetasi
     15Pure in mezzo del ber:
     Dunque un giorno sereno
     Uom, che di te sia povero,
     Dispererà goder?
Ah che in fregiata poppa
     20Senz’affanni, che il rodano,
     Ammiraglio non è.
     E su gemmata groppa
     Aspre cure accompagnano
     L’arcion d’ogni gran re.
25Qual ricchezza di Creso,
     A conforto di Sisifo,
     Dicamisi, che val;
     Mentre riguarda appeso
     Il sasso, che minacciagli
     30La percossa mortal?
Ma quai piogge, o quai venti
     Allor che il bosco atterrasi,
     Non son fiorito April
     Al Guardian d’armenti,
     35Cui l’Universo serrasi
     Dentro l’angusto ovil?
O mortali, è diletto
     In sofferire inopia,
     Diletto è l’abbondar
     40Se non ci latra in petto
     Il simorso implacabile
     Nemico del peccar.

IX

Che deve sopra ogni altra cosa
cercarsi il Cielo.

E fino a quale termine,
     O figliuoli degli uomini,
     Il vostro core indurasi?
     Del perchè cose fragili,
     5E vanità, che ingannano,
     Vi date a ricercar?
Il Ciel, che intorno girasi,
     E gli astri, che l’adornano
     Il pensier vostro chiamano.
     10Nè men l’Aurora chiamalo,
     Che tra gigli e tra porpora
     Sì bella esce dal mar.
Già la luce ineffabile
     Della stellante fabbrica,
     15Albergo destinatovi,
     Colle tetre caligini
     Dell’odïoso Tartaro
     Non hassi da cangiar.
Se il mondo osa combattervi,
     20Non siate in campo fievoli,
     O figliuoli degli uomini,
     Salite sul Calvario,
     Che ivi per voi si guardano
     Armi da trïonfar.

X

Timore dell’Inferno.

Perchè sei lento
     Al pentimento
     O forsennato cor? perchè ti svïano.
     Vani pensier?
     5Ecco la morte
     In sulle porte,
     E pure oggi da te nulla s’obblïano
     I rei piacer
     Misero cor, che fai?
     10Deh ti riscuoti omai!
Erebo serra
     Laggiù sotterra
     Il Tartaro crudel, stanza ineffabile
     Per alto orror.
     15Ed Acheronte
     E Flegetonte
     Rimbombando sen va, va formidabile
     Per grave ardor,
     Tormento aspro ed eterno
     20Dell’esecrato inferno.
Qual chioma d’oro,
     D’amor tesoro,
     O quali gemme il guardo avaro abbagliane
     Più sotto il Sol?
     25Qual di diadema
     Pompa suprema,
     O quali scettri in sua ragione agguagliono
     Cotanto duol?
     E pure, e pure, o core,
     30Ah da tacersi errore!

XI

Che deve attenersi alle leggi divine.

Vago d’apprendere
     Senno per vivere,
     Mia giovinezza
     A scuola volsimi,
     5Ove insegnavasi
     Pretta sciocchezza.
Per avarizia
     Esaminavansi
     Cupi segreti,
     10E per superbia
     Interpretavansi
     Alti decreti.
Or dal Calvario
     Forte percuotonmi,
     15Voci tonanti,
     Onde miei spiriti,
     E lime viscere
     Fansi tremanti.
Di colà dettami
     20Verace Cattedra
     Leggi divine,
     O me, me misero!
     Deh dove miromi
     Condotto al fine?
25Salda Giustizia
     Avventa folgori