Pagina:Opere (Chiabrera).djvu/6

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GLI EDITORI


Vanto singolare e non contrastato dell’Italia nostra è quello di aver preceduto tutte le altre nazioni europee nella carriera del rinnovamento sociale, essendo stata la prima a salutare l’aurora del risorgimento delle lettere, delle scienze e dell’arti. La fondazione de’ municipj indipendenti, spegnendo in gran parte della penisola più presto che altrove i reggimenti feudali, nell’atto stesso che diè origine a più miti e saggi ordini civili, valse a promovere lo sviluppo degli ingegni e delle varie attitudini intellettuali. Quindi preceduto, se così possiamo esprimerci, dall’aura de’ nuovi tempi, sì vide sorgere sulle terre italiche il sole dell’incivilimento, che presto quasi tutte le scaldò e rese feconde di meravigliosi frutti. L’ammirazione e la riconoscenza di tutte le colte nazioni proclamano le glorie dei nostri ingegni; e i grandi beneficj ch’essi resero a tutta intiera l’umanità, da quel prodigioso creatore della moderna poesia, pittore delle passate e profeta delle future vicende d’Italia, a quel Grande che divinò un nuovo mondo; dall’angelico Raffaello: al terribile Buonarroti, dal fantastico Lodovico al tenero ed infelice Torquato. Se non che la condizione della nostra civiltà, secondò quasi sempre la nostra fortuna politica, e dove questa ci arrise, fu lieta anche quella, e venner meno all’una il brio, la vita, il nativo calore, quando D’altra ci condusse giorni tristi e dolorosi, giorni di sconvolgimento, di inerzia e di servaggio. Tuttavolta anche in que’ tempi, che sono più fatalmente segnati dalle nazionali nostre calamità, non si spense mai del tutto fra noi la favilla dell’inspirazione; ed eziandio in quel periodo disgraziato, in cui per colpa specialmente delle straniere in-