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del chiabrera | 61 |
Che disgombra ogni tempesta:
L’alma Euterpe ecco n’ha scorto
Dentro il porto;
A dar fondo il ferro appresta.
Antistrofe.
45Alle ciglia de’ vulgari
Poco chiari
Sono gli astri anco del cielo;
Ma con gli occhi al mondo saggi
Stansi raggi,
50Cui null’ombra unqua fa velo.
Epodo.
Odo dir con nobil plettro
Di bei fior cosparsa Clio:
Voi, che accende alto desio
D’aureo manto e d’aureo scettro,
55Grand’onore è farsen degno;
Ma per Dio reggere il regno
D’ogni onor trapassa il segno.
LXXXVII
VII
Strofe.
O bella, che soggiorni
Tra i cerchi adamantini
Dell’alto Olimpo ardente,
E che se in terra appari
5Con larga man diffondi
Amabili tesori.
Antistrofe.
Pace, de’ cui splendori
Già tanto i nostri giorni
For chiari e fur giocondi,
10Oltra quai gioghi alpini,
O Pace, oltra quai mari,
Volar vuoi tu repente?
Epodo.
Qual fiero orgoglio de’ mortali, o quale
Furor Tisifoneo
15Ti caccia in fuga, e fatti metter l’ale?
Non fia forza di preghi,
Che a rimaner ti pieghi?
Strofe.
Dunque in orride spade
Cangeransi gli aratri?
20E le cetre amorose
Verranno odiose trombe?
E l’erbe degli armenti
Fian de’ destrieri armati?
Antistrofe.
Torransi i figli amati
25Alla canuta etade?
E vedove dolenti
In manti oscuri ed atri,
Sulle funeree tombe
Ululeran le spose?
Epodo.
30O de’ giovani cor conservatrice,
Amica d’Imenei,
O di Pomona, e di Leneo nudrice,
O Pace, ove ten vai?
Ferma le piume omai.
Strofe.
35Ma se di nostra vita
Il così caro Aprile
Ha da voltarsi in verno,
Ninfe del bel Permesso,
Siate salda difesa
40Al sacrosanto Urbano1.
Antistrofe.
Dite, che da lontano
Sua bontate infinita
Scorse la ria contesa2;
E come ei fu simile.
45Al valor di sè stesso
Incontro al mostro inferno.
Epodo.
Ei bene agli occhi suoi rivolse il sonno,
E sua quiete al core;
Ma fornirsi i desir sempre non ponno;
50Talvolta è di diamante
L’ira del gran Tonante.
Strofe.
Seco ben si consiglia
Chi Dio mai non offende;
Ove talor s’offenda,
55Bel consiglio è pentirsi;
Ma chi nel mal s’indura,
Scampo alcun non aspetti.
Antistrofe.
Italia, odi i miei detti:
Al Ciel volgi le ciglia,
60Chè indi n’andrai sicura.
Chi ben vivere apprende
Non saprà sbigottirsi
Sotto minaccia orrenda.
Epodo.
Piani della Clemenza i varchi or sono:
65Il grande Urban riapre
Le porte della grazia e del perdono;
E scorge i nostri passi
Là dove a gioir vassi.
LXXXVIII
VIII
Strofe.
Sopra tutti a bear la mortal gente,
O Sanitade eletta,
Con gran ragion, più che tesor diletta,
Alla freschezza dell’etade ardente:
5Ben forte, ben possente
Rinverdir col bel fior di gioventute
Le membra sotto gel fatte canute.
- ↑ Il cardinale Maffeo Barberini di Firenze, il 6 agosto 1623 creato papa, prese il nome di Urbano VIII.
- ↑ Allude alla contesa pel possesso della Valtellina sottrattasi al giogo de’ Grigioni, ed occupata dalle armi spagnuole; ma Francia, Venezia, Savoja, ingelosite per questa occupazione, minacciavano di romper guerra al Re di Spagna, il quale temendone gli effetti, lasciò in deposito quella provincia alle armi pontificie, finchè il papa Gregorio XVI desse sentenza. In quel mezzo morì il Pontefice, lasciando la soluzione della contesa al successore Urbano VIII. - Il mostro inferno di cui parla il Poeta è l’eresia de’ Grigioni.