Pagina:Opere (Chiabrera).djvu/96

Da Wikisource.

del chiabrera 83

E si direbbe, come
     30Simile nel perdono,
     E primier ne i tormenti,
     Spirasti in terra, al tuo Signor, la vita;
     O tu rapita da furore inferno
     Stirpe Giudea, che scherno,
     35Che strage festi obbrobrïosa oscura
     Dell’Alma santa, immacolata e pura?
Qual per degli occhi altrui strano diletto
     Se in teatro si chiude
     Tra’ rei veltri superbi
     40Cervo innocente e miserabil fera!
     Or al fianco, or al petto
     Sent’ei le labbia crude;
     Nè quei cessano acerbi,
     Finchè s’atterri lacerato, e pera:
     45Tal dall’altera Solima sospinto
     Tra mille piaghe estinto
     Stefano cadde in sul terren sanguigno,
     Spirito sacratissimo benigno.
Che tra il furor delle percosse amare
     50Alzo gli occhi cortese
     E con alma tranquilla
     Sovra i duri uccisor pregò clemente.
     Veracemente un mare
     D’ingiurïose offese
     55Spegner non può scintilla
     In alma pia di caritate ardente:
     E veramente da i superni giri
     Entro ingiusti martiri
     Non lascia anima Dio senza mercede;
     60E qui raggiri il cor, s’altri nol crede.
Ecco i macigni, onde s’apriro in fiumi
     Le vene elette e belle,
     Che del bel sangue aspersi
     Or fansi cari in sua memoria e santi:
     65Ecco che incensi e fumi
     Sen volano alle stelle,
     E suoni almi, diversi,
     E versi n’alza il Vaticano e canti;
     Duci, regnanti a venerarne il giorno
     70Guidano pompe intorno,
     E seco il mondo riverente adora
     Gli Altari e ’l Tempio, che di lui s’onora.
Ed ei del ciel tra’ fiammeggianti lampi
     Trascorre almo le cime,
     75Fulgidissimo in fregi
     D’ammirabile porpora contesti;
     Là per eterei campi
     Trïonfator sublime
     Guida eserciti egregi,
     80Invitti al mondo entro martir funesti.
     Gaudj celesti, che nè sorte assale,
     Nè spegne ora mortale
     Lunge divisi dal piacer terreno,
     Di dolce involto, e d’amarezza pieno.

X

PER S. MARIA MADDALENA

Strofe.
Se torrente spumoso
     Per erta via figlio di giogo Alpino
     Facesse unqua a ritroso,
     Qual meglio consigliato, il suo cammino;
     5Meraviglia profonda
     Ingombreria del montanar la fronte,
     In rimirar che l’onda
     Quasi pentita ritornasse al monte.
Antistrofe.
O tanto in ciel gradita
     10Suora di Marta, io senza frode ascolto,
     Che una stagion tua vita
     Vêr gli abissi trascorse a fren disciolto;
     E poscia in un momento
     Formasti in sulla terra orme novelle,
     15E con piume di vento
     Ti rivolgesti a sormontar le stelle.
Epodo.
Che fu ciò? Come avvenne? Alta mercede
     Talor comparte il gran monarca eterno;
     Perchè l’Uomo, vêr lui rivolto il piede,
     20Mai non si prenda la mercede a scherno;
     Sovra l’alme ostinate egli s’adira,
     Ed è caro di lui chi ben sospira.
Strofe.
Quando dunque converse
     Verso Dio Maddalena il cor pentito,
     25Ella tutto il cosperse
     Traboccando d’amor pianto infinito,
     E della chioma l’oro
     Stracciò con dura man, sacri dispregi!
     E sparse ogni lavoro,
     30Onde tanto splendeano i manti egregi.
Antistrofe.
Alla funesta Croce
     Pianse del Redentor l’aspro tormento;
     Indi corse veloce,
     Ricca di mirra, ad onorarlo spento;
     35Al fin dure ed acerbe
     L’ore passò tra’ solitarj scogli:
     Suoi conviti fur erbe,
     Sterpi suo letto, suoi piacer cordogli.
Epodo.
Ah! che secca è mia vena; ah! che non canta
     40Mia lingua, e nulla adegua il mio desire:
     Ma non ten caglia, non ten caglia, o Santa;
     Fassi in tuo pregio celebrata udire,
     Oscurando il valor del Greco Orfeo,
     L’alma cetra immortal del gran Maffeo.
Strofe.
45Alle sue nobil note
     Tutto del Vaticano eccheggia il colle,
     E rimangonsi immote
     L’aure, qualora le tue glorie estolle;
     Mio vile plettro indegno,
     50O Santa, non t’adorna e non t’onora;
     Ei tenta, e sol fa segno,
     Pur mormorando, come il cor t’adora.
Antistrofe.
Or tu che in sulle cime
     Stai dell’Olimpo, e ne passeggi i campi,
     55Venerata sublime
     Intra vivo fulgor d’eterei lampi,
     Ferma sovra esso noi
     Benigni sguardi e di pietate amici,
     E fa co’ preghi tuoi
     60Del secol nostro le stagion felici.
Epodo.
Zefiro apportator di bel sereno