Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/521

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riacquistarono l’Africa. Adunque l’imperador Giustiniano, al cui volere cessano tutte le maggiori difficoltà, onde lasciare un monumento che attestasse il divin favore, ideò di fondare in quel luogo una città, che con buone fortificazioni rendè valida contro ogni attentato nemico, e splendidissima per ogni genere di egregii stabilimenti. E alla idea seguì tosto la esecuzione. La città si edificò colle sue mura: ad un tratto mutò faccia la campagna: i coloni si misero in condizione cittadinesca; e non più di cose rustiche si intrattengono, ma di urbani officii, veggendosi ogni giorno frequentare il foro, deliberare nelle assemblee intorno alle cose loro necessarie, avere mercati e fiere; e nulla omettere che alla dignità di una città appartenga.

Tali cose fece Giustiniano sulla spiaggia marittima della Bizacena. Ne’ luoghi poi mediterranei, sui confini della provincia, ove abitano i barbari Mauri, oppose loro propugnacoli validissimi; così che non possono più fare scorrerie sulle terre dell’Impero, avendo munite di eccellenti fortificazioni le città del confine, Macunca, Telepte, e Cululi, non meno che il castello dagl’indigeni chiamato Aumetera; e in tutti codesti luoghi collocò buone guarnigioni.