Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/118

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108 GUERRE GOTTICHE

siccome cotanta mole avea sembianza d’un fortilizio contro Roma gli antichi la unirono alle mura edificando due bracci che da quelle venissero fino a lei; assomiglia quindi a torre altissima destinata a proteggere la vicina porta. Il quale propugnacolo addivenuto in allora assai opportuno, Belisario aveane fidata la difesa a Constantino commettendogli parimente la salvezza del muro contiguo presidiato da pochissima truppa; imperocchè il fiume trascorrendovi da vicino parea guarentirlo abbastanza da ogni molestia. Egli adunque fermo nel pensiero che nulla da colà si tenterebbe aveavi collocato debolissimo presidio per accrescere il numero de’ combattenti laddove il bisogno era di gran lunga maggiore; e per verità molto scarseggiava di

    ivi sepolti. La sua porta posta nel lato rimpetto al ponte (ora di nuovo aperta) metteva ad una via a spira conducente alle camere sepolcrali, ed anche alla sommità dell’edifizio. Sui quattro angoli del basamento poi eranvi gruppi di statue virili co’ loro cavalli dappresso; altre statue decoravanne similmente il cornicione, e a giudicare del merito di esse basta rammentarsi che il regno di Adriano segnò un’epoca distintissima per la romana scultura, e che il celebre Fauno dei Barberini, ora in Baviera, trovato sotto il pontefice Urbano VIII, è uno di que’ capolavori scagliati dai Romani contro de’ Gotti. Questo mausoleo rimase intatto sino all’epoca d’Onorio, o in quel torno; quindi senza danno delle sue decorazioni cominciò a servire di difesa alla città, e solo nel decimo secolo da Crescenzio nobile romano fu convertito compiutamente in fortezza, donde ebbe il nome di Castrum Crescentii.