Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/136

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126 GUERRE GOTTICHE

Porto senza guernigione al primo avvicinarvisi occuparonla, e fatto macello de’ Romani ivi a dimora ebbero anche in poter loro il porto; lasciativi quindi mille guerrieri di presidio gli altri tutti retrocedettero agli accampamenti, e così da quivi gli assediati vidersi tolto ogni agio di trasferire entro lor mura le derrate di mare.

III. Dopo questa perdita gli abitatori di Roma costretti a valersi pe’ loro bisogni della sola Ostia incontrarono, com’è chiaro, enormi pericoli e travagli; conciossiachè impediti dal procedere sino a lei colle barche, per necessità doveano apportare ad Anzio, lontano il viaggio d’un giorno, e di là con molta pena, mercè la scarsità somma delle braccia, condurvi le ricevute mercanzie. Nè Belisario, premurosissimo della salvezza di quelle mura, avea avuto mezzo di conservare Porto, alla custodia della quale se fossevi stato appena un presidio di trecento militi, mai più i barbari a mio giudizio sarebbonsi cimentati, in vista della fortissima sua posizione, ad entrarvi.


CAPO XXVII.

Il duce imperiale riceve nuove truppe: stanca il nemico a forza di combattimenti, e tre fiate lo vince. — Imitato indarno da Vitige. Truppe gottiche in che discrepanti dalle romane.

I. I Gotti non altrimenti operarono correndo il dì terzo dalla tentata invano espugnazione delle mura. Dopo venti giorni ch’eran costoro al possesso del porto