Pagina:Ordini di cavalcare (1571).djvu/220

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grossa, e piu duri. Tlkra quest’animale ilsuml uilknto} che per le nasichegli si su entrare, qualunque uolta è da tale informità combattuto , per prlulcar la disti Hatione, che per dritto uiaggil in lui dal cielabrl al naso discorre. Là on-de si ricerca dagli intendenti sempre il caualll cln le nasiche aperte ; non tanto perche in lui sia per ciò bellezza maggiore, quanto perche rispira piu ageuol-mente, laqual risipiratione quando ha impedità, timsiper bolso. conciosia che per tale intoppo per altra strada uolgendosi la pituita, che dalsuo capo discende , & per ciò la canna del polmone toccando, a poco a poco lo insetta. Bene adunque adoprera quegli, che isuoi destrieri cercherà di clnsieruar netti da coiai purgamenti . i qualision di tre maniere, e cln tre nomi si chiamano. Dicesi al primo Baffeeddamentl, al secondo Ciamlrrl, e Disicesu al terza. 'ì^li di ciaseun di loro partitamente ragioneremo, i rimedij a lor contrasse insegnando.

Del raffreddamento.

J^affrf.dd a s i il caualll per essar e mutato disealla ; per esiirgli leuata la sella, quando è ben caldo ; & per darli a bere, e la prebenda quando ancora ei suda, & è trauagliatoper la fatica. Per tutte queste cause raffreddandogli il cielabro, & le parti, ch’euaporarsugliono, per li colatoi (Tessa cielabro stil la, e diseende cert’acqua indigesta, e putrida; laqual con Usua amarezza il priua deWappetito del cibo, e del bere ; & egli ha gli occhi rossa, e lagrimosi, stà col capo dimessa, & sente nel risoirar difficultà molta. .A cotali indissi osi-tiòni, procedenti dasireddo} si rimedierà con cura alsireddl contraria. Preti di Dialtea onc.i. Oglio di Lauro un tezz.d’onc. Butiro lnc. i. Col butiro, e cln la dialtea ugnerai di setto alla nucca sino al consin della gola cln circulargirl ; e porrai delìoglio di Lauro negli orecchi a queseo animale: tutto ciòsucedo ma uolta il giorno per quattro giorni. Et} quando non ti paia} che ciò gioui} use rai il profumo} ch’io noterò. Togli dell’Incensio} & delle penne di palumbi ; & metti il tutto in un bacino pieno di bragie} amicinandoll alle nari del raffred dato} acciò che ilsuml} indi msicente, ascenda all’insu ; tenendogli in questo meza la testa coperta trarrà cotal suml. da’ suoi ripostigli copia grande di flemma. Ma} se questo ancor riuscirà inutile} adoprerai un’altro piu uiolen-tl rimedio; chesia tale. Piglia Oglio di lauro un tezz.d’onc.Euforbo un terza dì lnc. Elleboro bianco dram.i. Di ciaseuna delle dette cose, ridotta in poi-ue, clmplni uno unguento ; del quale imbratterai, o immollerai due penne, lun ghepiu d’unpalmo . Queste cosi immollate metterai nelle nari al cauallo, & rnguisa le legherai, che usicir suori non possano per lo sipatio dC un hlr a. Trarranno essa in cotal modo tutta quella freddezza rappresa, onde ne guarrirà l’ammalato.

Del