Pagina:Pastorale 18 agosto 1871 (Ghilardi).djvu/8

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6. Finalmente un possente motivo per indurre i fedeli a corrispondere alle Nostre intenzioni nel modo sovraenunciato, voi lo potrete dedurre, V. Fr., dall’odierno movimento cattolico per cui i fedeli di varie nazioni fanno pellegrinaggi di 20 e 30 migliaia di persone ai più celebri Santuarii del mondo. Altri fino a Roma, portando indirizzi con firme innumerevoli, somme egregie e doni preziosissimi, per cui direste le grandi sale del Vaticano convertite in un emporio di oggetti svariati di belle arti, in cui sfoggiarono i primi ingegni della nostra età.

Efficacissimo a parer Nostro debbe tornare sulla vostra lingua, o V. F., anche questo motivo, perocchè dicendoci l’Apostolo aemulamini carismata meliora, non è possibile che i Nostri Diocesani amatissimi, i quali, la Dio mercè, nell’immensa maggioranza sono ricchi di fede, non abbiano a sentirsi eccitati grandemente dall’esempio che in questi casi ci danno altre popolazioni, siccome sperimentammo sempre ogni volta che si fecero da Noi consimili appelli, e in ispecie ultimamente pel Giubileo pontificale. Oh! sì, V. F., non potremo Noi esprimervi mai abbastanza la consolazione che provammo per lo zelo spiegatosi in quella giocondissima occorrenza dal Clero e dal popolo, per cui le feste riuscirono veramente meravigliose, sì in città che nella Diocesi, non tanto per le solenni sacre funzioni di chiesa, quanto per le svariate esterne manifestazioni di gioia, così che non possiamo a meno di congratularci vivamente coi Nostri diocesani amatissimi, che, posposto ogni umano rispetto, esternarono in faccia al mondo, a Dio ed agli uomini la loro fede. Non dubitiamo quindi che saranno anche questa volta pienamente assecondate le Nostre premure, e ciò mediante Ci sarà dato di poter fare al Nostro S. Padre una tale relazione, da recargli grande consolazione e conforto, e convincerlo ad un tempo che la Diocesi di S. Pio V, se per la sua povertà di beni di fortuna non può gareggiare con quelle che gli offrono ricchi tesori,