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i cavalleggeri di monferrato 129

Ora raggiungiamo il reggimento dei Cavalleggeri di Monferrato, a campagna di guerra aperta; seguiamolo nella sua azione. Però, com’è dovere di cronista coscienzioso, non ci fermeremo soltanto sulle glorie di quel solo corpo, ma procureremo di accennare anche alle mosse più importanti di tutto l’Esercito Sardo, nonchè di quello del suo Alleato, per arrivare alla giornata epica finale del 24 giugno 1859.

Ne parleremo colla scorta di alcuni appunti, ch’ebbe la bontà di darci il nobile Luigi Majnoni di Intignano, ora comandante il Corpo d’Armata della sua città natale, Milano.

Intorno ai meriti di cotesto ufficiale generale, il quale disimpegnò anche importanti missioni all’estero, e fu ministro della guerra, noi ci guarderemo bene dall’insistere troppo. Non vorremmo ch’egli, nella sua innata modestia, mettesse in pratica, dentro il nostro articolo, le forbici di quella I. R. Censura preventiva, ch’era una specialità della dominazione straniera, contro la quale abbiamo insieme combattuto.

Tuttavia, affine di non imitare il corvo che si vestiva delle penne del pavone, ci preme qui di dire che, intorno a molte delle notizie — specialmente le tattiche — di cui scriviamo, fu lui a richiamare la nostra memoria arrugginita dal tempo, ricusandosi solamente a illuminarci su ciò che poteva personalmente interessarlo; alla quale mancanza abbiamo tentato di supplire noi, nel miglior modo, che ci venne fatto.

Detto ciò, il lettore ci segua sul campo di Montebello, ove succedette la prima vera battaglia che diede alla terra lombarda la sospirata libertà.