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i cavalleggeri di monferrato 131

contributo artistico da esso dato all’opera nostra. — Se ne occuparono anche molti scrittori stranieri, fra’ quali il Poplimont nelle sue lettere sulla campagna d’Italia nel 1859. Epperò, nel campo dove tanti altri hanno così largamente mietuto, a noi non rimane che poco da spigolare; e ci limitiamo perciò a brevi cenni sommari, che più ci sono noti e che possono più direttamente interessare il reggimento cui appartenevamo.

Il Fel-dmaresciallo Stadion, volendo rendersi conto delle forze e delle posizioni dell’ala destra degli alleati, si avanzò in ricognizione fino a Casteggio e Montebello, il 20 maggio, con 15,000 uomini e alquanta artiglieria.

Casteggio — l’antico Clastidium — che vide nell’anno 223, avanti Cristo, una vittoria dei Romani sugli Insubri; e, nel 1800, una vittoria di Bonaparte, sugli Austriaci, per virtù di quel generale Lannes che fu poi dall’Imperatore creato duca di Montebello. Era, dunque, destino che un altro Buonaparte — il terzo Napoleone — alleato d’Italia, dovesse, nel 1859, prendere parte a una nuova vittoria contro lo stesso nemico.



Il Poplimont, in una delle sue importanti lettere, scriveva da Alessandria in data del 27 maggio:

“Una forte pattuglia austriaca tentò di penetrare nel primo di questi due villaggi. Ma ne fu impedita da barricate e dalle fucilate della Guardia Nazionale. A castigare l’audacia degli abitanti, che intanto avevano inviato il proprio Sindaco a chiedere la protezione degli alleati, accorse lì per lì una colonna nemica. La cavalleria piemontese — generale brigadiere de Sonnaz — accorse allora a incontrarla a briglia sciolta. Fu in quel momento che incominciò la battaglia.

“Il fuoco, aperto alle undici di mattina, durava ancora alle cinque di sera. Intrepida fu la lotta da ambo le parti.

“La cavalleria sarda non si componeva che di sei squadroni: quattro dei Lancieri di Novara, comandati da de Boyl, due di Monferrato, sotto gli ordini di Morelli. Ogni squadrone aveva la forza di cento cavalli.

“Questo solo pugno di uomini sostenne valorosamente l’urto del corpo d’Armata austriaco durante più di un’ora. Elettrizzati dai loro capi, che