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i cavalleggeri di monferrato 155

V.


Cariche in foraggieri. — Cascina sospetta. — Impresa temeraria. — Ancora Crescio. — Diciannove Jàger. — Don Pacifico. — Nobile ira. — Lungo la via. — Quattro Kind. — Un bacio. — Atto finale. — Rapporto Avogadro.


Torniamo dunque al momento in cui il volontario Franchelli, furente per la palla toccata al Noirat, e non a Turati, si spiccava da noi al galoppo, bestemmiando. E al galoppo ripartiamo pure noi, caricando verso quella famosa cascina più su nominata, dentro le crollanti muraglie della quale, l’occhio esperto del sergente Crescio aveva intraveduto.... le nostre spalline d’ufficiale.

Nella breve sosta col Franchelli, fummo raggiunti dal sottotenente Della Rovere, accompagnato dal caporale Contat, seguiti dall’appuntato Ravoire e dai soldati Rischis, Deambrogio e Mandreri; in tutto, otto individui.

Le nostre cariche in foraggieri, come dissi, dovevano proteggere la ritirata. Qua e là, vaganti allo stesso scopo, sbucavano manipoli di fanteria e di bersaglieri, destinati alla retroguardia.

Dall’alture seguitavano a piovere proiettili, come gettoni in tempo di carnevale; presso alle nostre orecchie ronzavano le palle pettegole degli Stützen tirolesi, noiose più delle mosche d’agosto. Piovevano le palle, ma i soldati austriaci non si movevano dai loro posti.

In un batter d’occhio, eccoci alla cascina. Vista di fuori, questa pareva deserta di gente viva. Ma là dentro gatta ci covava — ce lo dice un cenno di Crescio!

Una grande quercia, la ombreggia diagonalmente. Il portone è sgangherato; l’entrata larga, bassa, è a volta piatta. Primo a entrare là dentro — s’intende — è il sergente Crescio!

Mi par di vederlo. Piegato sul collo del suo cavallo, per non rischiare di battere della testa contro l’architrave, egli sparisce al galoppo. Lo segue il sottotenente Della Rovere, e colui che scrive; poi gli altri, tutti curvi, piegati allo stesso modo, e tutti al galoppo. Mentre entriamo, una buona cannonata spezza con grande fracasso la cima della quercia annosa, e sparge su noi — come un anticipato segno di vittoria — le sue foglie simboliche.

In mezzo del cortile — un cortile angusto e appena capace di contenerci — ci troviamo con nostra meraviglia, faccia a faccia con un ca-