Pagina:Patria Esercito Re.djvu/209

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genova cavalleria 191

tinta dorata alle vivaci e civettuole mostre gialle dei baveri e dei paramani di quella rumorosa popolazione, anch’essa primavera della vita.

A un tratto, ecco tutta quella massa gialla semovente, scattare simultaneamente in piedi, in posizione dell’attenti.

Tutti gli occhi sono rivolti, verso il gran portone del maneggio; che si spalanca e dà accesso alla ufficialità del reggimento, col generale di brigata, nobile Vicino Pallavicino, in testa, accompagnato dal colonnello Lorenzi.

Un grande: — “Viva!„ — li accoglie.



Il generale, come colui che si trova in famiglia — perchè di quel reggimento poco tempo prima vestiva la divisa, e di quei soldati era stato, più che comandante, padre, fratello, amico — portatosi in mezzo a quelle tavole animate, da tanta vita, gridò tre volte:

— Viva il Re! Viva il Re! Viva il Re!

Al triplice grido, un secondo e più assordante urrà succedette, che rimbombò come tuono, e fu accompagnato da cento altri evviva — dove ce n’era per tutti — ma più specialmente diretti all’antico e al nuovo comandante, degni entrambi di rispetto e d’amore.

Che quadro!.... Che spettacolo!

Dal banchetto dei soldati, passammo al banchetto degli ufficiali.

Questo aveva luogo nel Ristoratore Savini, di fronte all’Arco del Sempione.

L’Arco del Sempione! monumento dovuto alle glorie di quel grande imperatore, contro le forze del quale — allora generalissimo dell’Armata