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i cavalleggeri di alessandria 233

cepibile imprudenza. La mia divisione sola ha respinto vigorosamente il nemico, facendogli 560 prigionieri, compresi otto ufficiali; e ciò non ostante che dovessi contenere le uscite della piazza, avessi al principio del combattimento una Brigata tra Pozzolengo e Monzambano, e mi fossero caduti sulle braccia i fuggiaschi della prima Divisione. Feci sforzi ch’io credevo impossibile si potessero fare da un uomo solo: corsi gravi ed imminenti pericoli. Fra le perdite deploro quella del capitano Lamberti del mio Stato Maggiore, però mi resta la speranza che possa essere rimasto prigioniero.

“Le Guide fecero bravamente il loro dovere, ed ebbero molte perdite, fra le quali il giovane Carlo Doria rimasto sul campo. Piscicelli è ferito leggermente; notai Rivadebro per la sua bravura. La mia sola divisione conservò la posizione: l’abbandonai nella notte per effetto della disfatta altrui e della nuova posizione delle cose. È stata una sventura; vi si può rimediare; però non ne prendiamo la via.

Dopo la giornata del 24, per sollevare il morale delle truppe, bisognava condurle nuovamente al fuoco, arditamente, ma con saggezza. Gli ufficiali e i generali, sopratutto, hanno pagato della loro persona. Durando è leggermente ferito, ha lasciato il comando del I° Corpo, che io ho assunto. Questa sera parto per Medole. Non si può immaginare cosa sia muovere un Corpo d’Armata innanzi al nemico.

La mia gente non si è ben condotta: cavalli, carrozza, domestici, scapparono tutti alla prima fucilata fino a Pozzolengo. Tornarono dopo il combattimento; però la sera, dovendo io ripartire per ordini, perdettero talmente la testa che portarono via tutti i cavalli, e sarei rimasto a piedi se il tenente colonnello Bagnasco — eccellente ufficiale — non mi avesse dato un cavallo. Sono contento di far bene il mio dovere.... Brunetta è un bravo giovane; in mezzo a quella tempesta, mi faceva pena vederlo! Il cannone della piazza ci danneggiò molto, ma le mie batterie mieterono le file nemiche. Stà tranquilla, fiduciosa nel Signore, ad ogni caso rassegnata ai suoi voleri.

Salvatore tuo.„


Come si vede, nello scrivere questa prima lettera intima, a sua moglie, egli non era ancora consapevole del come fossero andate le cose di alcuni riparti, e lamentando la morte del Doria e del Lamberti — questi davvero prigioniero a Mantova — non sapeva nulla della grave perdita del conte Camillo Dal Verme, luogotenente in quel reggimento Guide di cui egii stesso vanta il valore; e di tanti altri bravi che non erano conoscenti della famiglia.

Se non che, nelle lettere che seguono, schiarita la situazione e le responsabilità, amaramente scrive: