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i cavalleggeri di alessandria 241

VII.


Il banchetto, — Il brindisi di S. A. il Conte di Torino. — Alla Cavalchina. — A Santa Lucia.


Ed ora torniamo a Verona, al grande banchetto militare.

Alle ore 20, lo spazioso salone centrale della Gran Guardia, — così chiamata per tradizionale abitudine, fin dal tempo del dominio austriaco, e che è una delle più lodate opere del Sammicheli, — raccoglieva a banchetto intorno a S. A. R. il conte di Torino oltre cencinquanta convitati, tra ufficiali superiori e inferiori. Il Prefetto conte Gloria, il Sindaco commendator Guglielmi, e qualche altro ex militare.

Pranzo animato e brillante, per le belle uniformi dei vari reggimenti ivi rappresentati: simpatico per le affabilità di S. A. R. che, trovandosi in mezzo al suo prediletto elemento, aveva tutta l’aria di dire: — Come mi trovo bene!

Pranzo tanto più brillante, animato e simpatico, in quanto che servito — cosa rara in simili occasioni — con grande precisione, eleganza e rapidità.

Allo Sciampagna, il colonnello di Alessandria, nobile Luigi Greppi, chiesta licenza a S. A. — con calda e spontanea parola — portò il suo brindisi, interrotto e coronato da applausi.

“Rivolgo — egli disse suppergiù — anzitutto, riconoscente il pensiero al nostro amato Sovrano, che volle concederci l’onore di ospitare quel glorioso stendardo, che affratellava gli eroici squadroni piemontesi laggiù nella lontana Crimea, come oggi riunisce intorno a sè tanta parte dell’ardita cavalleria italiana, qui, in questa terra sacra alle sue glorie.

Ringrazio S. A. R. il conte di Torino di essere venuto compagno tra noi, quasi ad evocare la cara e santa memoria del nostro primo ispettore.

Ringrazio il Sindaco della gentile Verona, la città che ha sacra ogni tradizione militare. Ringrazio il rappresentante del Governo, i superiori, i compagni che vollero con noi tributare onore a quel vecchio Drappo; e, figgendo fiducioso lo sguardo sulla croce benedetta che nel mezzo vi campeggia, v’invito a gridare con tutta la voce del cuore: Evviva Savoia!

Cessata l’ovazione alle belle parole del comandante d’Alessandria, s’alzò il principe con uno scatto disinvolto, e pronunciò il suo brindisi in mezzo a una interminabile ovazione; brindisi del quale più avanti riproduciamo, in parte, l’autografo che con molta insistenza, abbiamo potuto avere dalla mani di S. A. R. dopo il banchetto. — Eccolo: