Pagina:Patria Esercito Re.djvu/28

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10 parte prima

sono folate d’aria ossigenata e pura, come l’aria ritempratrice dei nostri monti; sono un efficace, sovrano disinfettante, che uccide i microbi invasori delle nostre più grandi città.

E siano benedette queste feste pacifiche delle armi, le quali ci porgono l’occasione di rammentare, a quando a quando, alla gioventù che ignora, alla maturità che dimentica; di quante lagrime e quanto sangue grondino le pagine della nostra redenzione.

Siano doppiamente benedette, se ricordando ai giovani le glorie passate, additerranno a loro il cammino delle glorie future; se, compresi del loro grande mandato, sapranno essi cambiare quella medaglia d’oro della quale orneranno il loro vessillo alla pacifica prova, in una medaglia al valor militare, sul campo di battaglia... E, ai primi colpi di moschetto, ripetere col poeta:

Su tiriamo! ogni colpo che tuona
   svegli in noi la memoria dei forti
   che sul campo, o sul palco son morti
   con le fiamme d’Italia nel cor!
Oh! beato chi al grido di guerra
   sarà mastro di spada, o moschetto,
   e, più certo bersaglio, nel petto
   tirerà del cruento stranier!