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eroismo e sacrificio 279

meglio — carne a carne — stringere la mano ai morenti. Lui, che vedemmo apparire improvviso — genio della pietà e del conforto — in ogni luogo dove si soffriva o si piangeva; che non rammentava di essere Re, se non per incoraggiare, beneficare, per far germogliare dintorno a sè la semente sacra della gratitudine e dell’affetto.

Lui, infine, che in un giorno di lieta festa, là nella sua Monza diletta, in mezzo al popolo che l’adorava e l’acclamava, cadeva vittima di una belva umana!



Abbiamo voluto degnamente chiudere la prima parte di questo lavoro col nome di tre Sovrani, fulgido esempio di eroismo e di sagrificio regale.

Tre Nomi cari e immortali, davanti ai quali s’inchina reverente il Genio della nuova Italia.