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314 parte seconda

liere Macchi — levasse lì per lì la zanzariera del letto. A meno che non l’avesse fatto pensando che, come S. M. non temeva le bestie grandi, e meno ancora dovesse temere quelle piccole! — Ma quella zanzariera levata non ci lasciò requie tutta la notte; e, al di fuori della nostra, l’uggioso ronzio di quegli insidiosi prodotti delle fogne, aumentò le pulsazioni del nostro cuore, riprodotte dentro il guanciale di spini.

Epperò, scesi per tempo la dimane, si aspettò con trepidazione l’uscita di S. M. il Re, per chiedergli:

— Come ha dormito Vostra Maestà?

— Re Umberto ci guardò sorridendo, poi:

— Benissimo! — rispose, sottolineando le parole. — E neanche una zanzara!

Non era possibile. Si pensò subito che la cortesia del Sovrano, immaginando le nostre pene, volesse così dicendo levarci quello spino dal cuore.

Tale risposta non persuadeva... Gatta ci covava... Volemmo appurarlo. E una mattina che S. M. ci fece chiamare nelle sue stanze, le nostre narici furono sorprese dall’acre odore rimasto dei famosi fidibus insettifughi, prudentemente ficcati nel tavolino da notte di Sua Maestà. Era già l’ora del pranzo, ma l’aria ne andava ancora impregnata.... La qual cosa indicava non essere quello il primo giorno, che il nemico delle zanzariere, il buon Macchi, ne aveva fatto uso.

Fu una rivelazione; e noi pensammo:

— Zanzariera? no... Ma fidibus insettifughi... sì!.. Meno male!

E la notte appresso nessun rimorso turbò i nostri sonni!


VI.


Il campo d’assedio. — Glorie antiche. — I pranzi. — In Guardaroba. — il faro elettrico. — L’aureola dei Santi.


Ma veniamo all’Assedio di Verona... dappoichè S. M. il Re vi giunse appunto per questo.

Dunque, anche la mattina che seguì l’arrivo al Chievo, S. M., e tutto il seguito, si recò nuovamente a ispezionare i lavori di difesa fra la strada di Sona e quella di Sommacampagna; facendo sosta davanti al monumento di Santa Lucia, che nelle sue lapidi ricorda la battaglia ivi combattuta, nel 1848, dalle armi piemontesi; e alla quale avevano preso parte gloriosa il suo gran Genitore insieme al prode suo zio — padre di S. M. la Regina Margherita — Ferdinando di Savoja Duca di Genova.

Nella ispezione, accompagnavano da vicino il Re, il ministro della