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IV.


NEVICATA




Domus et placens uxor.


La bella neve! scendete, scendete,
     Leggiadri fiocchi danzanti nei cieli;
     Come perlucce coprite, pingete
     4I tetti, i tronchi, la mota e gli steli.

Dacchè l’ottobre, soffiando, spruzzando,
     Ingiallì tutta la vasta campagna,
     Fuor da’ miei vetri, ove, fievole urtando,
     8La farfalluccia del freddo si lagna,

Mi morîr cinque di rosa arboscelli,
     E spirò l’anima a Dio la violetta;
     Senza l’ammanto di viti i cancelli
     12Sembran soldati disposti in vedetta.

Pur questa notte una mano furtiva
     L’innaffiatoio rubommi in giardino!
     (Se fu per la fame che alcun lo rapiva,
     16Iddio nol vegga l’agreste bottino).