Pagina:Pensieri e discorsi.djvu/14

Da Wikisource.
2 pensieri e discorsi

perchè in quella occupati a litigare e perorare la causa della nostra vita, meno badiamo a quell’angolo d’anima d’onde esso risuona. E anche, egli, l’invisibile fanciullo, si pèrita vicino al giovane più che accanto all’uomo fatto e al vecchio, chè più dissimile a sè vede quello che questi. Il giovane in vero di rado e fuggevolmente si trattiene col fanciullo; chè ne sdegna la conversazione, come chi si vergogni d’un passato ancor troppo recente. Ma l’uomo riposato ama parlare con lui e udirne il chiacchiericcio e rispondergli a tono e grave; e l’armonia di quelle voci è assai dolce ad ascoltare, come d’un usignuolo che gorgheggi presso un ruscello che mormora.

O presso il vecchio grigio mare. Il mare è affaticato dall’ansia della vita, e si copre di bianche spume, e rantola sulla spiaggia. Ma tra un’ondata e l’altra suonano le note dell’usignuolo ora singultite come un lamento, ora spicciolate come un giubilo, ora punteggiate come una domanda. L’usignuolo è piccolo, e il mare è grande; e l’uno è giovane, e l’altro è vecchio. Vecchio è l’aedo, e giovane la sua ode. Väinämöinen è antico, e nuovo il suo canto1.

  1. Che Femio sia vecchio, non si dichiara da Omero con parola espressa, ma indirettamente con l’epiteto periclytós (Od. 1, 325) comune all’altro aedo Demodoco (ib. 8, 521 e al.), e specialmente con ciò che Femio stesso afferma di sè (ib. 22, 347):
    Sono maestro a me io, chè un dio piantommi nel cuore
    Ogni ragione di canti...
    Il che consuona con ciò che di lui dice Penelope (ib. 1, 337 seg.):
    Femio, poi che sai molt’altre malie de le genti,
    Opere d’uomini e dei...
    E il vecchio Femio con la canzone più nuova o più giovane (ib. 351 seg.):
    Poi che gli uomini pregiano ed amano più quel canto
    che il più nuovo all’intorno de li ascoltanti risuoni.