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LA MIA SCUOLA DI GRAMMATICA




Hoc erat in votis... Non già, cari giovani studenti, d’aver lasciata la Sicilia. Anzi, mi sembra di buon augurio cominciare paternamente, o cari giovani, con un consiglio. Quando sia venuto per voi il giorno di lasciare queste aule e spargervi per l’Italia a esercitare il vostro nobile ministero, non rifuggite e non riluttate, chiedete anzi con fede e letizia d’essere mandati nell’isola che si può chiamare del sole, e anche del fuoco, e anche dei poeti. Andate là dove sono orme di giganti nella terra, e nel cielo echi di tibie e di cetere e di avene; andate a vivere meditabondi presso i templi diruti di Selinunte e d’Agrigento, e gli anfiteatri di Siracusa e Tauromenio. Andate di gran cuore, o giovani toscani, con gli ardenti e pensosi giovani di Sicilia, nella cui bocca suona tanto gentile quanto sulla vostra la lingua del sì. Voi ne riporterete una visione di bellezza ineffabile: dopo pochi anni una gioia per sempre. Quando lasciai la divina isola, io non sapeva che non vi sarei tornato. Di su la Cariddi — è il nome d’un dei due vaporetti che vengono e vanno da Messina a Reggio — di su la Cariddi io guardava,