Pagina:Pensieri e discorsi.djvu/91

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il sabato 79

.    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .    .
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge...

Non è questo il cristiano, che a imitazione del divino maestro, deve prendere la croce, cadendo sott’essa, risorgendo sempre con essa? “Dalla tua mano ricevetti la croce, la porterò e la porterò sino alla morte, così come m’imponesti„. Quella del vecchierello non è una croce ma un fascio. Il poeta dissimula, il poeta sdegna l’imagine vera, che certo gli si era affacciata alla mente, ma è quella. Il Petrarca ha dato qualche colore e non altro: chè il fanciullo antico si è ridestato nel giovane trentenne e ha parlato col suo linguaggio d’allora. Solo in fine, in vece della gloria e della felicità ultima, è un

Abisso orrido, immenso,
Ov’ei precipitando il tutto oblia.

Un altro paragone è in lui che compendia la sua filosofia. Il paragone del letto. Ognuno ricorda, sì questo del Leopardi, sì l’altro del Manzoni: i quali furono ingegnosamente paragonati tra loro da un terzo valentuomo. Il Manzoni e il Leopardi si assomigliano molto in quello in cui differiscono: sono due convertiti; ma l’uno a rovescio dell’altro. Il loro piccolo sunto di filosofia sembra ritratto e ricorretto di su un modello comune. Che non è, io credo, di Dante; di Dante proprio, nè del Petrarca, nè d’altri, sebbene e in essi e in altri si trovi. È del cardinale Melchiorre di Polignac nel suo poema postumo Anti-Lucretius. Il poema fu tradotto due volte in versi italiani: e tutte e due le traduzioni, una col testo a