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96 capitolo iv

se la prima non vien fuori. Hai capito? Basta, e quando mi vedrai ti è assolutamente proibito di rompermi... con darmi consigli secondo il tuo maledetto vizio. Tu sei la sola persona di cui mi fido, ma del resto io non ho che a comandare e tu non hai che a obbedire; dunque tutti i rompimenti sono inutili e intollerabili. Ciao.»

Il tuo affez. padrone
Nob. Franco Maironi.


Cressogno, 22 settembre 1828.


«Ecco il testamento, adesso» disse il Gilardoni, lugubre, porgendo a Franco un altro foglietto giallognolo. «Ma questo non lo legga ad alta voce.»

Il foglietto diceva:

«Io sottoscritto, nobile Franco Maironi, intendo disporre delle mie sostanze, con questo atto d’ultima volontà.

Essendochè donna Orsola Maironi nata marchesa Scremin si è degnata di accettare insieme a molti altri omaggi anche i miei, le lascio in segno di gratitudine lire di Milano diecimila per una volta tanto e il gioiello per lei più prezioso della casa ossia don Alessandro Maironi, debitamente iscritto nei registri della parrocchia della Cattedrale in Brescia come mio figlio.

Lascio al detto mio figlio la porzione legittima che gli spetta della mia facoltà e tre parpagliole