Pagina:Piccolo Mondo Antico (Fogazzaro).djvu/197

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la sonata del chiaro di luna, ecc. 193



Un sonoro sbadiglio dell’ingegnere mise in fuga la signora Peppina. Pochi momenti dopo, preso il suo solito bicchier di latte, egli tolse commiato poeticamente:


Crescono sul Parnaso e mirti e allori,
Felicissima notte a lor signori.


Anche i due ospiti chiesero un po’ di latte; e Franco che intese il loro latino, andò a pigliare una vecchia bottiglia del piccolo eccellente vigneto di Mainè.

Quando ritornò, lo zio non c’era più. Il bruno, barbuto avvocato, una quadratura di forza e di calma, alzò le due mani, chiamò silenziosamente a sè Franco da una parte, Luisa dall’altra e disse piano, con la sua voce di violoncello, calda e profonda:

«Notizie grosse.»

«Ah!» fece Franco, spalancando gli occhi ardenti. Luisa diventò pallida e giunse le mani senza dir parola. «Sicuro» fece Pedraglio, tranquillo e serio. «Ci siamo.» Dite su, dite su, dite su!» fremette Franco. Fu l’avvocato che rispose:

«Abbiamo l’alleanza del Piemonte con la Francia e l’Inghilterra. Oggi la guerra alla Russia, domani la guerra all’Austria. Volete altro?